Modellare l’argilla e lasciarsi modellare da questa.  Addrentrarsi in un diverso tempo, un tempo ciclico, concentrico, avendo cura di tutti gli elementi, terra, acqua, aria e fuoco, assecondandone qualità e potenza.

Toccare l’argilla come toccare se stessi, nuovi demiurghi nel gesto del consegnare, del dare forma. Nelle opere di M.Cristina Navacchia convivono sia elementi che rimandano alla pratica del raku tradizionale sia elementi appartenenti al suo personale percorso artistico nell’ambito della pittura e decorazione. Sono questi ad influenzare la ricerca di nuovi formati per un tipo di lavorazione ceramica da sempre identificata con l’iconografia della ciotola.  Nasce così la raku-pittura, un tentativo di trasposizione su superfici piane della tecnica e dell’efficacia artistica del raku. 

La sperimentazione coinvolge anche l’uso degli smalti, con una evidente vocazione alla leggerezza, all’accenno, con una predilezione per delicate iridescenze. Su tutto vigila la volontà di realizzare un equilibrio tra forma plastica e decorazione pittorica, risultato di un’arte combinatoria fra l’esperienza dell’artista e l’intervento del caso. Dal connubio di tutti questi elementi nascono opere che seducono per la consistenza aerea e poetica.  

Chi pratica l’arte del raku conosce quanto di imprevedibile ci sia nella precisazione finale dell’opera. E’ forse questa dimensione di sospensione a caricare ogni oggetto di fascino e a condizionare la sensibilità dell’artista, consapevole di come ogni cottura sia un rischio che vale la pena di correre. 

Roberta Bertozzi  nata a Cesena . Poetessa, saggista e critica letteraria e artistica, collabora con diverse riviste e con il mensile “Poesia” (Crocetti). Fondatrice di Calligraphie, piattaforma per le arti e le letterature contemporanee. E' redattrice della rivista Edel e coordinatrice della Galleria Corte Zavattini 31 a Cesena